Raffaele Cantone: antimafia e legalità, al Lingotto. Torino, sabato 22 gennaio 2011.

Invitato ad intervenire sul tema legalità ed antimafia, Raffaele Cantone,  stamattina, dal palco della kermesse “Viva l’Italia” del MoDem, si è mostrato incisivo, lucido.
“E’ importante dire quel che è avvenuto e quel che si può fare, sul tema mafia” – ha esordito –
Un affondo preciso, nel rivolgersi a chi fa politica, nel sottolineare come l’argomento mafia dovrebbe essere centrale in un programma politico, quando si vuol realmente cambiare pagina. “Molti lo utilizzano come fatto propagandistico” – ha detto Cantone –  “accompagnato però da esortazioni a non parlarne troppo, che altrimenti si ottiene discredito, sopratutto all’estero. Il problema è Roberto Saviano che parla di mafia, non che la mafia esiste”.
Un plauso alla figura del Ministro dell’Interno, uomo che spesso è stato presente sul campo, che si fa vedere al momento opportuno; ma: “negli ultimi anni i risultati concreti nella lotta alle mafie sono stati sbandierati come realizzati dalla politica, mettendo da parte l’opera delle Forze dell’Ordine e dei Magistrati, spesso dimenticati”.
E la provocazione si fa forte, quando il Magistrato anticamorra si chiede e chiede alla platea, come sia possibile che quegli stessi magistrati capaci di ottenere risultati così importanti, nell’arresto di pericolosi criminali, siano ritenuti poi dei “brocchi” ed “imbecilli”, quando inquisiscono un sottosegretario del governo.


“Si arrestano i pesci piccoli, senza affrontare il vero livello delle mafie” – riferendosi alle collusioni e connivenze che da sempre la criminalità organizzata opera con il tessuto sociale apparentemente sano del nostro Paese; la mafia che siede a tavoli importanti, la mafia cercata e non solo subìta, per accrescere i propri affari…
Cantone non risparmia le critiche, mosse da sempre, anche attraverso le pagine del suo ultimo libro,  “I gattopardi”,  avverso la legge sugli scioglimenti comunali per infiltrazione mafiosa, che ritiene pessima; non nasconde i suoi dubbi circa la reale portata positiva della riforma federalista al sud, definita “importantissima, ma pericolosissima”. “Accrescere il potere di spesa degli enti locali del sud, significa ingolosire le mafie; ciò non significa che la riforma non va attuata, ma occorrerebbero maggiori controlli che siano veri, rigorosi, preventivi, sulle attività amministrative; non dimentichiamo che il programma Miglio era sostenuto direttamente da Totò Riina” – ha affermato con forza il Dott. Cantone.


“Io sento dire che con il federalismo aumenterà la capacità degli enti locali di raccogliere le tasse: vorrei ricordare che le imposte locali, il più alto livello di evasione delle imposte locali si trova nei Comuni a più alta densità mafiosa; se noi non prevediamo meccanismi di controllo vero, reale, repressivo sugli organi che non fanno il loro dovere, perdiamo tempo”.
La riflessione si fa più dura, quando il magistrato afferma che “in Italia cresce un clima repressivo, tale da consentire ad un esponente politico, in riferimento agli studenti che manifestano in piazza, di parlare della necessità di intervento, con il sistema dell’arresto preventivo, strumento molto più che illegittimo ed utilizzato in pieno periodo fascista, per zittire i manifestanti dissidenti al fine di evitare i loro interventi!! Il problema sta nel fatto che stiamo dimenticando la centralità delle garanzie a tutto vantaggio di una visione tutta repressiva della realtà. Ed è in questo clima, che si è consentito che si potesse parlare di arresti preventivi” – incalza Cantone.
Questa scelta repressiva, si riversa anche nel contrasto alla criminalità organizzata; agire in senso unilaterale repressivo fa pensare che le mafie siano qualcosa di separato, di distante dal resto. E invece sono parte della vita sociale e quotidiana del nostro Paese; intrecciano rapporti con professionisti, politici, imprenditori: è lì che occorre intervenire e non solo militarmente.

Ed ecco, l’acuta riflessione di Cantone:

“Il fenomeno “mafie” non può essere affatto vinto pensando che le mafie siano qualcosa di diverso dal resto. Per esempio: come si può pensare di vincere la lotta alle mafie avendo un sistema che dal punto di vista degli effetti della corruzione sistemica, è fra i più elevati del mondo? Nelle classifiche di percezione della corruzione, l’Italia si trova al di sotto di Paesi dell’Africa come il Gabon; eppure il piano anti-corruzione preparato dal Governo (un piano assolutamente non significativo), è stato messo nel cassetto. L’Italia ha aderito a varie convenzioni europee sulla corruzione ed il 31 dicembre del 2011 dovrà essere valutata da un organismo che si chiama GRECO, che ha già rilevato come tutta una serie di indici aiutino l’Italia ad essere un Paese corruttibile. La lotta alla mafia non può essere fatta unidirezionale, pensando che la mafia nasca così, dal “caso”. Non è un caso che quanto peggio funzionino le amministrazioni locali, tanto peggio operano le organizzazioni dal punto di vista mafioso”.

Cantone è appassionato, emozionato e per questo vero, spontaneo.
Il pulsare dei suoi battiti arriva a noi, attraverso la sua voce.
Chiamato ad intervenire quale voce della società civile, quella sana, che fa dell’impegno la propria esistenza.
Ed è con fermezza che conclude il suo intervento. Nessun suggerimento, nessun consiglio, nessuna lezione alla politica.
“Solo” le sue riflessioni di uomo, cittadino e studioso di diritto.
Le riassumiamo in punti e ci perdonerete l’aver ridotto il pensiero così sinteticamente:
. un’opera riformista reale anche sul piano normativo;
. attuare con forza una politica in materia anticorruzione (una piaga che ci vede accanto al Gabon nelle classifiche), recependo dettati normativi contenuti in convenzioni internazionali;
. rilanciare il ruolo della pubblica amministrazione (che non è un danno per il nostro Paese, non ci sono solo “fannulloni”), argine vero avverso la corruzione e le mafie;
. riformare la giustizia in modo serio e proficuo.
E’ su quest’ultimo punto, che il Dott. Cantone s’è soffermato, prima di lasciare il palco: “Bisogna mettere mano davvero alla riforma della giustizia e non nell’interesse dei potenti, ma mettendo al primo posto l’efficienza del sistema; è difficile però pensare di riformare la giustizia quando i magistrati vengono ogni giorno oltraggiati e definiti, nella migliore delle ipotesi “persone mentalmente deviate” anche a latere di consessi internazionali.. e poi ci meravigliamo che uno Stato come il Brasile non ci conceda l’estradizione di un terrorista? Se l’immagine che noi diamo della giustizia italiana è di magistrati che sono “deviati mentali”, perchè il Brasile ci avrebbe dovuto ridare Battisti? I magistrati che ci hanno dato lustro, anche a livello internazionale, vanno ricordati ogni giorno. Un solo nome: Giovanni Falcone. Spesso mi reco all’estero ed all’affermazione Italia uguale mafia, rispondo NO: Italia uguale Falcone”.

INTERVENTO DEL DOTT. CANTONE (IL TERZO) IN AUDIO/VIDEO, GRAZIE A RADIO RADICALE  http://www.radioradicale.it/scheda/319772/fuori-dal-novecento-giusta-aperta-forte-viva-litalia

IL SOLO INTERVENTO DEL DOTT. CANTONE
http://www.youtube.com/watch?v=i4yH22J-K4A

RINGRAZIAMO SUSY RAME PER LA FOTO DEL DOTT. CANTONE.

Un pensiero su “Raffaele Cantone: antimafia e legalità, al Lingotto. Torino, sabato 22 gennaio 2011.

  1. Un intervento brillante è chiaro quello del Dott.Cantone sulla legalità al Convegno del PD MoDem W l’Italia Complimenti

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