“I gattopardi”, a Salerno. “Cantone: Vassallo, alta la guardia” – Antonella Barone, per “Il Mattino” edizione Salerno (in Cronaca, prima pagina), sabato 5 febbraio 2011.

«Sull’omicidio di Angelo Vassallo attendo l’esito delle indagini. Tra l’altro voi avete un Procuratore della Repubblica particolarmente esperto, Franco Roberti, che è stato anche il mio capo e grazie a questo ne ho potuto apprezzare capacità che sono assolutamente fuori dal comune».


Raffaele Cantone, magistrato in Cassazione, già alla Direzione Antimafia di Napoli, a margine della presentazione del suo libro «I Gattopardi», alla Camera di Commercio di Salerno ha parlato, dunque, anche dell’uccisione del «sindaco pescatore», come era chiamato.
«Quello che nella vicenda mi ha veramente inquietato – e lo dico da cittadino campano – è stato il fatto di aver visto una sorta di riflesso condizionato quando si è pronunciata la parola camorra. Senza che nessuno sapesse cos’era, malgrado le modalità facessero pensare alla camorra, la prima cosa è stata detta è che la camorra non c’entrava nulla. Questo è un atteggiamento classico di chi vuole mettere la testa sotto la sabbia.
Leggendo – conclude Cantone – anche i giornali mi pare invece di capire che la camorra c’entra eccome.
Tenere la guardia alta dovunque è sempre una cosa positiva, anche quando sappiamo che la camorra non c’è, come in queste zone dove non è particolarmente presente».
Tanti i giovani presenti all’incontro, organizzato dall’associazione Libera (guidati da Antonio De Felice), a cui hanno partecipato tra gli altri anche il procuratore generale Lucio Di Pietro e il questore Antonio De Iesu.
«Le mafie da tempo hanno cambiato veste innervandosi profondamente nella società . Dove non c’è politica c’è più mafia», ha affermato Cantone magistrato per anni in prima linea nelle inchieste sui Casalesi.
«Mafia service», così Cantone ha definito «la mafia che sempre più è funzionale a pezzi dell’impresa non solo meridionali».
Poi la stoccata: «Le mafie sono federaliste, i provvedimenti legislativi sul federalismo se prevedono poteri di spesa senza controlli rappresentano un enorme regalo alle mafie».
E ha indicato: «La strada del cambiamento deve passare attraverso una selezione della classe dirigente». Ne è convinto anche il senatore Alfonso Andria, che ha dichiarato: «Non posso rassegnarmi al fatto che gli amministratori locali in Campania non possano dare una immagine migliore».
E aggiunge: «In quest’ottica il libro di Cantone è utile perché stimola la riflessione e l’impegno». Ma per Andria c’è il «senso della sconfitta» quando spesso negli entilocali del Salernitano vengono sottovalutati fenomeni di infiltrazione criminale, oppure non si sono classi dirigenti selezionate secondo rigidi criteri di rigorosa moralità pubblica. Molto apprezzato l’intervento di Gennaro Carillo docente di storia del pensiero politico all’università Suor Orsola Benincasa.
«La questione criminale è una questione politica. Non può essere solo affidata alla magistratura e alle forze di polizia».
Carillo ha spiegato che «la politica deve operare come filtro, a garanzia della democrazia».
Secondo Carillo c’è un problema di democrazia quando il potere criminale sopravanza anche nell’economia e nella società.